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La posizione della distilleria è una delle più belle e particolari in Giappone, si trova nel piccolo villaggio di pescatori di Eigashima, a pochi passi dal mare e dallo stretto di Akashi. Il clima qui è particolarmente mite, estati calde e inverni tiepidi con pochissima pioggia, la White Oak, oltre ad essere una delle distillerie più a sud del Giappone, è grazie alla sua posizione e al suo clima, unica.
La White Oak, o meglio la distilleria Eigashima Shuzo (questo il suo vero nome) è stata fondata nel 1888 e ha acquisito la licenza per la produzione di whisky già nel 1919, è stata infatti la prima distilleria in Giappone ad avere una licenza di questo tipo. Sulla carta questa sembrerebbe la più antica distilleria di whisky in Giappone, ma nella terra del sol levante non si può mai dare tutto per scontato, perché la Eigashima non ha avuto un vero equipaggiamento per fare whisky fino agli anni Sessanta, quando ha montato un paio di piccoli alambicchi (circa quaranta anni dopo la licenza). Quindi la distilleria ha iniziato a produrre whisky solo negli anni ’60? In realtà no. Ci sono infatti etichette di whisky di un Old Eigashima whisky e di un Old Scotch Whisky prodotto dalla Eigashima prima degli anni ’60, e come è stato prodotto allora? Questa è una bella domanda e la risposta non è semplice. Iniziamo con il dire che il whisky non è sicuramente il prodotto di punta per la Eigashima Shuzo, la distilleria produce principalmente sakè e in minima parte shochu e vino, il whisky è una parte ancora più piccola. La poca importanza che si dava al whisky la ritroviamo anche nei vecchi documenti della distilleria relativi alla sua produzione, sono decisamente scarsi (per non dire inesistenti). È quindi probabile che la Eigashima, come altre distillerie Giapponesi dei primi del ‘900 facesse una specie di “whisky” cercando di ricalcare il gusto dello Scotch senza averne mai visto gli equipaggiamenti, decisamente poco incoraggiante, ma quello che a noi interessa è come viene fatto ora il whisky, queste sono solo piccole curiosità.
La produzione reale di whisky alla Eigashima Shuzo inizia quindi degli anni Sessanta, quando viene installata una coppia di alambicchi in rame di tipo pot still. Inizialmente il whisky prodotto veniva utilizzato solo per i blend della casa ma all’inizio degli anni Ottanta il consumo di whisky in Giappone aumenta vertiginosamente arrivando a livelli mai visti prima. Questa grande richiesta indusse la distilleria a mandare in pensione i due piccoli alambicchi e a costruire un nuovo edificio in stile scozzese con 2 alambicchi più grandi, ma usati, dedicato esclusivamente al whisky (White Oak).
Anche se con un edificio dedicato la produzione di whisky è comunque rimasta part-time, pensate che il whisky veniva prodotto dalla distilleria solo tra i mesi di giugno e luglio, per il resto dell’anno si produceva sakè e shochu. Data però l’attuale alta richiesta di whisky giapponese la produzione è passata a 4 mesi, da aprile a luglio in contrapposizione con sakè e shochu che hanno visto una diminuzione della produzione.
Curiosità: L’acqua proviene da un pozzo all’interno della distilleria ed è purissima, viene usata infatti anche per la produzione del sakè.
Tutto l’orzo è appositamente selezionato, ha un basso livello di torba (circa 10ppm) e arriva dalla Gran Bretagna.