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L’azienda Hondo Shuzo, proprietaria della distilleria, è nata nel 1872 a Kogoshima come industria tessile. Nel 1909 entrano nel mercato dei liquori con l’acquisizione della licenza per la produzione di shochu e per oltre 50 anni ampliano il loro portfolio aggiungendo mirin, sake, umeshu (liquore di prugna) e vari altri tipi di liquore.
La storia del whisky in Hondo inizia nel 1949 quando l’azienda ne acquista la licenza. Per i primi 10 anni è probabile che la Hondo producesse whisky di terzo grado (a quei tempi in Giappone il whisky e le tasse si dividevano per 3 gradi) e che fosse in realtà un blend di poco whisky e altri “componenti” e aromi, produzione non di altissima qualità ma del tutto legale nel Giappone del dopoguerra.
La vera storia del whisky in Hondo e poi nella distilleria Mars Shinshu inizia nel 1960 quando la Hondo decide di iniziare a fare whisky seriamente in una propria distilleria di malto. La figura chiave dell’azienda in questo settore viene identificata in Kiichiro Iwai, un esperto nella distillazione continua e con una base di conoscenza nella distillazione discontinua e nella produzione di whisky. Non tutti sanno infatti che 40 anni prima Iwai era il capo (oltre che vecchio compagno di scuola) di Masataka Taketsuru alla distilleria Settsu Shuzo e che Masataka una volta tornato dal suo viaggio in Scozia gli passò il suo famoso “blocco degli appunti” dove erano annotati tutti i particolari sulla produzione di whisky e sugli alambicchi scozzesi. Seppur 40 anni dopo Iwai riprese le note di Taketsuru e disegnò degli alambicchi basati sui suoi appunti inoltre, calibrò il processo di distillazione per avere un tipico distillato corposo e affumicato, degno di una distilleria scozzese.
Nel 1985 la Hondo acquista un nuovo sito in Shinshu (prefettura di Nagano), ai piedi del monte Komagatake. Qui viene costruita la nuova distilleria Mars Shinshu e vengono spostati i vecchi alambicchi usati da Iwai (due piccoli pot stills da 500 litri). La Hondo decide inoltre di cambiare il tipo distillato prodotto passando ad uno più leggero che incontrasse di più il palato dei giapponesi.
Negli anni ’80 il periodo fortunato chiamato ji-whisky sorride alla nuova distilleria e la produzione decolla ma non per molto, nel 1989 infatti la riforma delle tasse in Giappone penalizza i piccoli produttori e i prezzi del whisky di secondo grado di Mars decollano, arrivando a costare più di quelli scozzesi di importazione. È un duro colpo per la Hondo che nel 1992 decide di non produrre più whisky.
Nei successivi 19 anni non si produrrà più distillato in Shinshu, occasionalmente dai suoi alambicchi uscirà un po’ di brandy ma la distilleria seppur non demolita viene messa in naftalina.
Arriviamo al 2008 quando il boom dell’highball e l’inizio del boom del whisky giapponese aumentano in modo sensibile le richieste e i magazzini di Shinshu vengono riaperti, la produzione di whisky in distilleria riparte però nel 2011 con nuovi responsabili e alambicchi che vengono si cambiati ma sono l’esatta replica degli originali di Iwai.
Curiosità: La Shinshu è la distilleria più in alto del Giappone, posizionata a ben 798 metri s.l.m. si trova proprio al confine tra le Alpi Centrali giapponesi e quelle meridionali, il whisky è prodotto solo nei mesi più freddi dell’anno perché i washbacks della Shinshu non hanno strumenti per il controllo della temperatura. Durante i 6 mesi più caldi il personale e la distilleria non vanno in vacanza perché qui si produce birra, umeshu e vino.
La distilleria importa tutto il malto dal Regno Unito, in Shinshu si usano 4 tipi di malto diversi: non torbato, bassa torbatura (circa 3-4ppm), media torbatura (20ppm) e alta torbatura (50ppm).