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Dopo aver venduto l’industria di liquori della famiglia e visto la chiusura di una distilleria fondata dal proprio nonno non è facile avere una visione chiara del proprio futuro, questo può essere vero se e solo se il vostro nome non è Ichiro Akuto.
La storia della famiglia Akuto nella produzione di liquori nasce del diciassettesimo secolo con la produzione di bevande tradizionali come il sakè. Nel novembre del 1941, un mese prima dell’attacco di Pearl Harbour, nella cittadina di Hanyu viene completata la costruzione di una nuova distilleria nata per aumentare la produzione dei liquori della Toa Shuzo, l’azienda di famiglia. Alla fine della Seconda guerra mondiale la richiesta di whisky in Giappone cresce e nel 1946 Isoji Akuto, il nonno di Ichiro, acquisisce la licenza per la produzione di whisky in Hanyu anche se per il single malt prodotto internamente si dovrà attendere il 1983.
Nel 2004 la crisi del sakè colpisce duramente e la Toa Shuzo, dove ora lavora anche Ichiro, viene venduta ad un’azienda di Kyoto. La nuova azienda è interessata alla produzione di shochu e sakè, non di whisky che ritengono un prodotto troppo complesso e difficile da gestire, per questo motivo la distilleria di Hanyu viene chiusa. Ichiro, al quale tra l’altro viene offerto di rimanere nella nuova azienda, decide di proseguire con la sua passione il whisky. Inizia allora a chiamare tutti produttori di liquori in Giappone per salvare le botti di Hanyu che altrimenti andrebbero distrutte o vendute. Dopo diversi tentativi andati a vuoto finalmente trova un magazzino vuoto nella distilleria Sasanokawa Shuzo di Koriyama e trova un accordo per l’acquisto della quasi totalità delle botti di Hanyu, parliamo di circa 400 botti, e le trasporta in questi magazzini.
Con le botti di Hanyu e alcuni investitori Ichiro costituisce una nuova azienda la Venture Whisky con il piano di aprire una nuova distilleria di lì a qualche anno. Nel mentre, come ogni buon giapponese che si rispetti, Ichiro non rimane con le mani in mano ma parte per un viaggio in Scozia e visita diverse distillerie, si concentra soprattutto su quelle più piccole: Kilchoman, Edradour, Benromach e Daftmill, inoltre lavora per breve tempo nella distilleria giapponese di Karuizawa (2006) e in Benromach (2007), ora è pronto per la sua distilleria. Prima di proseguire è bene ricordare che nel 2007 si era arrivati a 25 anni ininterrotti di discesa della richiesta di whisky in Giappone e di come non si vedessero margini di ripresa. Solo pensare in quel periodo di aprire una nuova distilleria di whisky in Giappone significava avere una grande forza di volontà e visione del futuro, o semplificando e senza dimenticarci del francese: “avere le palle”.
Nel 2008 la distilleria di Chichibu è pronta e a febbraio viene distillato il primo single malt, la visione di Ichiro è completamente diversa da quella dei grandi produttori di whisky giapponese di quegli anni, i giganti di Nikka e Suntory da soli producevano più del 90% del whisky giapponese, Ichiro era convinto invece che una piccola distilleria e un’attenzione maniacale ai dettagli potesse portare ad acquisire una certa nicchia di mercato. La Chichibu parte infatti con due soli alambicchi e una produzione annua decisamente ridicola se rapportata a quella dei due giganti menzionati poco prima, ma da questo piccolo passo inizia la “next generation” del whisky giapponese.
Ora che abbiamo parlato della visione, vediamo cosa significa per Ichiro cura nei dettagli. Inizialmente la distilleria importava il proprio orzo maltato e torbato dalla Crisp Malting di Norfolk o dalla Germania e una piccola parte di orzo molto torbato (50ppm) dalla Scozia, ma se vi soffermate su alcune foto della distilleria noterete che spunta un tetto a pagoda simile a quello delle distillerie scozzesi, bene quel tetto non è solo estetico, li sotto c’è il kiln di Chichibu che qualche anno fa ha iniziato a maltare internamente parte del proprio fabbisogno. Chichibu è inoltre dotata del proprio pavimento di maltaggio e per questo ha iniziato ad acquistare solo orzo locale. Qui la parola “locale” ha un significato un pochino meno ampio del normale, significa piantagioni di orzo distanti 5 minuti massimo dal sito della distilleria, si perché prima di aprire Ichiro ha persuaso molti dei contadini locali a piantare orzo della qualità Optic per il futuro fabbisogno, dicevamo appunto visione e attenzione ai dettagli…
I due alambicchi sono volutamente piccoli e costruiti appositamente per Chichibu, il taglio di testa, cuore e coda viene fatto manualmente, senza ausilio di computer. La distilleria ha a disposizione 3 magazzini costruiti come i classici dunnage warehouse scozzesi, ogni magazzino può contenere circa 1.500 botti. Nonostante la piccola produzione i magazzini non sono certo vuoti, qui infatti continuano la propria maturazione le botti portate via dalla Hanyu insieme ad alcuni stock di altre due distillerie ormai chiuse: la Kawasaki e la Karuizawa.
Per concludere con Chichibu vi possiamo dire che la distilleria utilizza una grande tipologia di botti per la maturazione, sia come dimensioni che come contenuto, oltre alle classiche botti ex-bourbon provenienti da 5 diverse distillerie americane, si usano anche botti di varie tipologie di sherry ma anche ex-vino, ex-porto, ex-madeira, ecc… e chiaramente Mizunara, il tutto ovviamente non è lasciato al caso, la distilleria ha infatti a poche centinaia di metri di distanza la sua officina con i propri mastri bottai.
Curiosità:
Ichiro Akuto negli anni ha rilasciato moltissimi prodotti, alcuni anche prima della costruzione di Chichibu, sia single malt che blended whisky, ma in generale possiamo dire che: i single malt distillati nella nuova distilleria prendono il nome di Chichibu. Mentre i blend whisky e i single malt non di Chichibu prendono il nome di Ichiro’s Malt. Quest’ultima comprende rilasci particolari e diversi come ad esempio la “Double Distillery” che contiene single malt di Chichibu miscelati con quelli di Hanyu, la "MWR" che comprende diversi whisky provenienti principalmente da Hanyu e invecchiati esclusivamente in botti di legno Mizunara e la serie "Wine Wood Reserve" che prevede whisky provenienti principalmente da Chichibu affinati in botti ex-vino.
Dal 2005 al 2014 è stata rilasciata la leggendaria “Ichiro’s Malt Card series” composta da 54 single malt provenienti dalle vecchie botti della distilleria Hanyu. Su ogni rilascio è raffigurata un’etichetta che rappresenta una diversa carta da gioco (13 per ogni seme e 2 jolly), Una di queste serie complete (con tutte le 54 bottiglie) è stata venduta nel 2019 ad un’asta di Hong Kong per 800mila euro!