Whisky Heroes – Bessie Williamson
Whisky Heroes – Bessie Williamson
Seconda puntata della rubrica “Whisky Heroes”, rubrica dedicata a tutti quei personaggi che con il proprio lavoro hanno portato il whisky ad essere riconosciuto come il Re dei distillati.
Se vi siete persi la puntata numero 1 (errore imperdonabile) potete trovarla qui, e ora via con la seconda puntata, sigla! (aprite Youtube o Spotify e ricercate il brano Heroes di David Bowie e mettete play, siamo sempre un blog e gli effetti speciali sono sempre gli stessi, abituatevi…).
Whisky Heroes – Bessie Williamson (puntata numero 2
Quando pensate che partire, viaggiare per il mondo e vendere whisky sia la cosa più bella da fare beh, cercate almeno di non lasciare in distilleria una donna forte, con la vostra stessa passione e decisamente intelligente, e non pensateci neanche se ha un nome dolce e simpatico come “Bessie”, perché quello probabilmente non sarà il suo vero nome (chi chiama una figlia Bessie!? Andiamo…) e il risultato sarà che la vostra distilleria verrà da lei gestita, in modo considerevole, per i prossimi 30 anni!
Elizabeth Leitch Williamson, detta “Bessie”, nasce a Glasgow il 22 agosto 1910, e siccome ci piace fare i saputelli, viene al mondo in una modesta casa di High Street, figlia di un impiegato statale scozzese (John Williamson, morto durante la Prima Guerra mondiale) e Agnes White.
Nel 1927 Bessie segue i corsi all’Università di Glasgow dove studia per diventare insegnante e nel frattempo lavora come segretaria presso un’azienda di ristorazione. Fino a qui la storia è abbastanza lineare e anche un pochino noiosa, quindi quando si arriva al whisky? Ci siamo quasi, continuate a leggere.
Nel 1932 prende la laurea e in attesa di entrare come insegnante alla Jordanhill College of Education, prende lezioni serali di contabilità e segreteria. Nell’estate del 1934 parte per una vacanza su Islay con la sua migliore amica Margaret Prentice, non conosce ancora nulla sul whisky e sulla distillazione ma a quanto pare Islay le rimane nel cuore e prima di rientrare a Glasgow viene a sapere che la distilleria Laphroaig è alla ricerca di una dattilografa. Riesce ad avere il posto e la sua vita, insieme a quella della distilleria Laphroaig, cambierà per sempre.
Nel 1934 la Laphroaig è di proprietà della D. Johnston & Co., e viene gestita da Ian Hunter, un grandissimo uomo e vero visionario, Hunter è la prima persona nell’industria del whisky a capire le vere potenzialità di vendita di un single malt; ma come tutti i visionari (Steve Jobs ad esempio vi dice nulla?) è anche una persona chiusa nel suo mondo e un tipetto decisamente irascibile, ma non con Bessie però, che riesce quasi sempre ad essergli un passo avanti. Hunter passa gran parte del tempo in viaggio per affari e Bessie in breve tempo passa dal lavoro temporaneo di dattilografa a luogotenente fidata di Hunter presso la distilleria.
Nel 1938 dopo un malore Hunter rimane confinato su una sedia a rotelle e Bessie acquisisce maggiori mansioni e importanza all’interno di Laphroaig tanto che nel 1944, quando la produzione riparte alla fine della Seconda Guerra mondiale le viene affidato il posto di Hunter. Nel 1950 la D. Johnston & Co. viene quotata in borsa e Bessie, oltre a ricevere una piccola partecipazione azionaria, viene nominata amministratrice delegata di Laphroaig.
Il suo ruolo e il fatto di essere l’unica donna nel 20° secolo a gestire una distilleria la fa da subito spiccare nell’industria del whisky, tanto da diventare ambasciatrice dalla Scotch Whisky Association (SWA). Negli anni Sessanta la SWA partecipa ad una serie di tour nel Nord America e durante uno di questi conosce la star della radio canadese Wishart Campbell. Campbell viene descritto come un uomo atletico e disinvolto e oltre che lavorare in radio è anche un baritono e un abile pianista, i due si innamorano e nel 1961 si sposano a Glasgow prima di trasferirsi su Islay..
Il gossip isolano dell’epoca era decisamente scatenato sui due personaggi, Bessie era infatti una persona molto rispettata, grazie anche al suo impegno per lo Scottish Women’s Rural Institute, diversamente da Wishart che invece era decisamente impopolare. Si vociferava addirittura che arrivò su Islay con la moglie e una sola valigia ma con un pianoforte a coda bianco, una cosa decisamente fuori di testa per l’epoca!
Bessie era una donna istruita e intelligente, inoltre aveva sempre avuto un contatto diretto con ogni lavoratore della distilleria e sapeva che ognuno ora in grado di fare bene il proprio lavoro, quindi perché cambiare? Quindi la gestione quotidiana della distilleria continuava ad essere affidata a Tom Anderson, il distillery manager di Laphroaig, mentre lei era libera di dedicarsi agli affari.
All’inizio degli anni ’60 il Laphroaig è il whisky più richiesto di Islay ma Bessie capisce che la distilleria per continuare a competere deve ricevere degli investimenti sostanziali. Si fa avanti l’americana Long John Distillers che in 3 operazioni (1962, 1967 e 1972) acquisisce tutte le quote della D. Johnston & Co.
Nel 1967 sotto la sua direzione la distilleria viene ammodernata e ampliata aggiungendo agli alambicchi il riscaldamento a vapore al posto del diretto a carbone.
Bessie ottiene inoltre un posto nel consiglio di amministrazione della Long John ma rimane anche presidente e amministratore delegato della D. Johnston & Co., continuerà a dirigere Laphroaig fino alla pensione (1972).
Nel 1970 la distilleria era conosciuta con il nome di “Islay Labour Exchange”, perché Bessie si preoccupava di ogni abitante dell’isola ed era solita offrire posti di lavoro ai meno fortunati, anche se il lavoro in realtà scarseggiava. Esistevano anche alcuni dipendenti anziani che non avendo un piano pensionistico potevano restare al lavoro nella distilleria fino a quando avessero voluto anche se questo cozzava decisamente con le nuove linee guida degli americani che invece volevano una gestione più moderna e con meno personale, ma la distilleria era ancora gestita da Bessie e anche gli americani alla fine erano costretti a seguire le sue direttive.
Il lavoro di Bessie è stato molto importante non solo per il whisky scozzese ma anche per l’isola di Islay, sotto il profilo degli affari è stato riconosciuto il suo grande successo in un ambito che fino a quel momento era di solo dominio maschile, mentre per l’isola è stata una vera e propria icona, fin quando ha diretto Laphroaig è riuscita a tenere alta la reputazione della distilleria mantenendo il lavoro per moltissime persone, anche in tempi nei quali le richieste di whisky erano minori e il lavoro scarseggiava, inoltre era molto attiva nella comunità e in attività benefiche. Ed è per questo che ancora oggi è una delle più apprezzate donne del whisky scozzese ed entra senza ombra di dubbio nella nostra Hall of Fame dei Whisky Heroes!