Whisky Heroes - Alfred Barnard
Whisky Heroes - Alfred Barnard
Eccoci alla prima puntata della rubrica “Whisky Heroes”, rubrica dedicata a tutti quei personaggi che con il proprio lavoro hanno portato il whisky ad essere riconosciuto come il Re dei distillati.
In ognuno dei nostri articoli vi racconteremo di come una persona e le sue idee abbiano cambiato in modo significativo la storia di questa particolare bevanda alcolica che tutti noi conosciamo e apprezziamo. Perché come insegnava Tucidide “bisogna conoscere il passato per capire il presente e orientare il futuro”, e questa sarà la nostra prima e unica frase di un certo livello, quindi… fatevene una ragione.
E ora via con la sigla! (aprite Youtube o Spotify e ricercate il brano Heroes di David Bowie e mettete play, siamo in un blog quindi questo è il massimo degli effetti speciali che possiamo permetterci).
Whisky Heroes – Alfred Barnard (puntata numero 1)
Si, partiamo decisamente da molto lontano, ma come abbiamo scritto sopra “bisogna conoscere il passato per, eccetera eccetera eccetera” e quindi vi portiamo alla fine dell’Ottocento, in piena epoca Vittoriana dove le richieste per quel fantastico distillato che prende il nome di whisky sono altissime (continueranno a salire fino alla crisi di inizio Novecento). In questo periodo Alfred Barnard è prima gestore di un’agenzia pubblicitaria collegata al commercio di vini e liquori e successivamente, grazie al suo lavoro, segretario della Harper’s Weekly Gazette, una pubblicazione settimanale dedicata proprio al mondo dei distillati. È quindi non molto difficile immaginare come l’idea di pubblicare sul proprio giornale la storia di ciascuna distilleria di whisky sia stata anche abbastanza semplice da trovare, un pochino più difficile sarebbe stato trovare la materia prima, cioè nel nostro caso: racconti, dati e immagini delle distillerie. Per chi avesse iniziato solo ora la lettura ricordiamo infatti che siamo negli anni ’80 dell’Ottocento e smartphone, computer ed e-mail non sono stati ancora inventati, il massimo della tecnologia è, udite, udite, un telegrafo che funziona con l’alfabeto Morse e… con questo crediamo di aver detto tutto.
È così che nel 1885 Alfred Barnard parte per un viaggio che in due anni lo porterà a visitare ben 162 distillerie di whisky del Regno Unito, di cui 129 in Scozia, 29 in Irlanda e 4 in Inghilterra, lasciando a casa una “contentissima” (eufemismo per gli Sheldon Cooper in lettura) moglie, e due piccole e graziose figlie Theodore e Edith.
Lo stile di scrittura di Barnard è decisamente atipico per l’epoca, fa precedere molte visite da racconti lunghi e colorati dove descrive i mezzi di trasporto usati, gli scenari e la storia delle aree che attraversa, esibendo tra l’altro un piacevole senso dell’umorismo decisamente “british”, fino a quando non si arriva alla distilleria dove invece diventa ossessivo nei dettagli, raccontando tutto nei minimi particolari e non tralasciando nulla: grandezza dei locali e posizione, alambicchi, mashtun, ricevitori di low-wines, fonti d’acqua e numero di impiegati. Molte voci sono inoltre accompagnate da incisioni minuziose delle distillerie che ci forniscono una preziosa risorsa visiva che accompagna il testo. Alla fine, ne esce fuori un resoconto straordinariamente dettagliato sulla distillazione britannica dell'epoca.
Come detto il viaggio dura 2 anni e nel 1887 Barnard torna a Londra e inizia a pubblicare i suoi racconti a puntate sulla Harper’s Weekly Gazette, lo stesso anno li unisce in un libro di 500 pagine che intitola “The Whisky Distilleries of the United Kingdom”. Ai giorni nostri le edizioni originali del libro sono vendute a circa 2.500€ a copia (cercatene nelle vostre cantine, non si sa mai…) ma il libro è andato in ristampa diverse volte, anche negli ultimi anni.
Il suo lavoro è ancora oggi importante per storici e appassionati, The Whisky Distilleries of the United Kingdom è infatti un’istantanea dettagliata sulle distillerie e una cronaca completa del mondo del whisky, è inoltre un racconto di viaggio in una Gran Bretagna dell’epoca Vittoriana e il ricordo di molte distillerie ormai chiuse da tantissimo tempo, come ad esempio Provanmill e Dundashill di Glasgow, Isla di Perth o Clydesdale nel Lanarkshire oltre ad almeno 21 distillerie di Campbeltown.
Barnard muore nel 1918 all’età di 81 anni a Crydon (sud di Londra), il suo libro sul whisky, e il successivo sulla birra riescono a fargli mettere da parte un discreto gruzzolo, oltre ad assicurargli un posto d’onore nella Hall of Fame del whisky come autore del libro probabilmente più importante sull’argomento.
La natura degli scritti, con un’ossessione nei dettagli (anche se in alcuni casi irrilevanti), aggiunta al suo amore per la narrativa in prima persona lo porta probabilmente in anticipo sui tempi.
Senza nessuna paura di essere sbugiardati (tanto il blog è nostro), possiamo affermare che Alfred Barnard può essere annoverato, oltre che come Whisky Hero, anche come il primo blogger della storia del whisky.